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lunedì 30 dicembre 2024 ..:: | Pratiche Energetiche » I cinque riti tibetani ::.. Registrazione  Login
 I Riti e i centri energetici Riduci

 

I monaci, custodi dei segreti legati ai cinque riti tibetani

Nel corpo ci sono sette centri energetici principali chiamati Chakra, che corrispondono alle sette ghiandole endocrine.
Come ci ricorda la Medicina Cinese, ogni fenomeno racchiude in sé un aspetto yang
ed uno yin.
Per quanto riguarda i Chakra e le ghiandole endocrine, possiamo dire che il chakra è l’aspetto più yang ossia più sottile ed energetico, mentre la ghiandola endocrina rappresenta l’aspetto più yin ossia più materiale.

Ogni chakra ha il centro in una delle sette ghiandole endocrine (a secrezione interna) che hanno la funzione di stimolare la produzione di ormoni. Gli ormoni regolano le funzioni del corpo incluso il processo di invecchiamento.
Eseguendo i cinque riti, si vanno quindi a stimolare questi sette importanti centri (chakra/ghiandola) mantenendo il corpo in salute e rallentando l’invecchiamento.

I sette chakras sono così localizzati:
1) le ghiandole della riproduzione
2) il pancreas
3) le ghiandole surrenali
4) il timo
5) la tiroide
6) la ghiandola pineale
7) la ghiandola pituitaria.

Stimolando tutti i sistemi di regolazione del corpo, le ghiandole endocrine, il sistema circolatorio, i meridiani e così via si agisce sul livello biochimico degli enzimi e degli ormoni, influenzando fortemente la nostra sensazione di benessere e la nostra sfera emozionale. In una persona sana ogni centro energetico ruota a grande velocità, facendo in modo che l’energia vitale (detta anche Prana o Qi) scorra verso l’alto attraverso il sistema endocrino. Se uno di questi centri rallenta, si blocca il flusso di energia vitale influendo così sullo stato di salute.

Eseguendo i cinque riti, si vanno quindi a stimolare questi sette importanti centri (chakra/ghiandola) riattivando il loro normale movimento rotatorio mantenendo il corpo in salute e rallentando l’invecchiamento

Gli esercizi sono abbastanza dolci da poter essere eseguiti da chiunque e a qualunque età.


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 I cinque riti Riduci

Questi riti sono rimasti confinati per moltissimi anni all’interno dei monasteri himalayani, dove i monaci tibetani ne custodivano i segreti. Solo recentemente (a partire dagli anni 40) la conoscenza dei riti è stata condivisa con l’occidente.
Questo è stato reso possibile dal colonnello Bradford, un inglese che si era recato in Tibet proprio per cercare di scoprire il segreto di questo elisir di lunga vita.
Dopo una lunga permanenza tra i monti himalayani, durante la quale ha studiato e praticato i cinque riti, Bradford torna in Inghilterra.
Evidentemente rinvigorito e ringiovanito, fu proprio il colonnello a mettere a conoscenza lo scrittore Peter Kelder dei principi e delle potenzialità dei “cinque riti tibetani”.

Il libro che Peter Kelder trasse dalla storia del colonnello Bradford, ebbe subito un enorme successo e moltissime persone da allora seguono questa pratica che si è dimostrata utilissima per la salute ed il benessere dell'uomo.

Note sull’esecuzione dei riti
Gli esercizi vanno eseguiti ogni giorno, si parte eseguendo ogni rito tre volte. Man mano che si avanza con la pratica si aumentano le ripetizioni fino ad arrivare a ventuno ripetizioni per ogni rito.
I cinque tibetani andrebbero eseguiti al mattino in quanto ci danno la carica e l’energia necessaria per affrontare meglio la giornata.
Se non si riesce al mattino, si possono tranquillamente eseguire alla sera. L’importante è mantenere una regolarità di esecuzione.
Anche per quanto riguarda il numero delle ripetizioni, per alcune persone può risultare difficile arrivare a ventuno ripetizioni per ogni rito. L’importante è non scoraggiarsi ed eseguire il numero di ripetizioni che il nostro corpo riesce a fare senza forzare troppo; col tempo e soprattutto con la costanza, le condizioni fisiche miglioreranno.
Un’altro elemento importante è eseguire i riti rispettando i tempi di respirazione e la ritmicità dei movimenti e lo stato mentale appropriato.


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